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Concorso ESTAR CPS Infermiere Cat. D

Gli OPI della Toscana hanno chiesto un confronto a Estar e alla politica su quanto è emerso sul concorso Infermieri per rivalutare e discutere il sistema di reclutamento infermieristico

All’attenzione:

  • Simone Bezzini – Assessore alla Salute Regione Toscana
  • Enrico Sostegni – Presidente III Commissione Sanità Regione Toscana
  • Dott.ssa Monica Piovi – DG ESTAR

e p.c. Ai colleghi impegnati nel Concorso ESTAR per Infermieri attualmente in svolgimento

Gentilissimi,

facendo riferimento al concorso ESTAR per CPS Infermiere ancora in atto, gli scriventi Ordini delle Professioni Infermieristiche, pur non volendo entrare nel merito delle dinamiche concorsuali, ritengono opportuno mettere con Voi in agenda una seria ed urgente riflessione sul sistema di reclutamento di professionisti: questo sistema non funziona!
Lo avevamo già affermato in passato e ci troviamo a doverlo ribadire oggi con forza.

Se qualcuno ha sbagliato qualcosa è giusto che paghi e siamo certi che la Regione vorrà vigilare su questo, ma ciò che urgentemente dobbiamo fare insieme è capirne la cause e trovare le soluzioni. Analizziamo i fatti inerenti la sostenibilità del nostro Servizio Sanitario Regionale. Gli Ordini, nel loro mandato di Enti sussidiari dello Stato e nella tutela dei cittadini Toscani, hanno da sempre dichiarato una carenza organica che nella nostra Regione era in fase pre pandemica stimata in almeno 4000 unità con una media di pensionamenti che già nel 2019 corrispondeva a circa 1300 all’anno. Prova ne è stata che il precedente concorso svoltosi appena un anno e mezzo fa, ha terminato la sua graduatoria in tempi mai così veloci. Prendiamo atto della celerità con cui si è realizzata questa nuova opportunità concorsuale richiesta fortemente anche dagli OPI, per la quale sono state accolte le nostre richieste iniziali, consistenti nel non prevedere una preselezione e nel dedicare giornate di prova suppletive per i colleghi affetti da COVID-19, aspetti di cui siamo molto contenti.

Già nella scorsa tornata concorsuale avevamo chiesto, inascoltati, di non effettuare la preselezione per un motivo ben preciso. Chiedevamo, infatti, di prevedere graduatorie ampie nella piena consapevolezza che i numeri – apparentemente elevati se presi come assoluti – sono in realtà numeri assolutamente fittizi a fronte di una carenza infermieristica nazionale che non fa altro che spostare una coperta molto corta. Non a caso già allora ci furono 12500 domande ma si presentarono solo in 9500 alla primissima preselezione. La graduatoria del concorso Estar approvata lo scorso marzo ha consentito in realtà di reclutare oltre 2.800 infermieri in otto mesi , ma di questi -complice la pandemia, la carenza strutturale preesistente, nonché l’apertura di nuovi concorsi e nuove mobilità in regioni storicamente ‘chiuse’ – in pochi sono rimasti nel nostro SSR e quei pochi, come più volte sottolineato non solo da noi, corrispondevano in larga parte a stabilizzazioni di personale già impegnato nel sistema. Prova ne sono i molti bandi aperti in questo periodo di tempi determinati se non addirittura il ricorso ad agenzie interinali.

Ecco quindi, a selezione ancora in corso, la necessità di pianificare un nuovo concorso in tempi rapidissimi.

Nell’attuale tornata concorsuale, di 8000 domande si sono presentati in 6000. Questo per rimarcare come, ancora una volta, i numeri spiazzano, confondono e non corrispondono all’effettiva presenza di professionisti realmente interessati ad alimentare le fila del nostro servizio sanitario regionale.
Alla prova orale, l’ultima, stimiamo da quanto ci dichiarano i nostri iscritti che arriveranno in poco più del 30%. Una cifra, se confermata, destinata a sorreggere i fabbisogno dei nostri servizi forse per pochi mesi prima di ritrovarci a chiedere il terzo concorso regionale in tre anni. Non possiamo più permetterci passi falsi.
La nostra richiesta è di trovarci ad un tavolo per analizzare insieme la questione e cercare di trovare un meccanismo virtuoso che garantisca realmente, in termini quantitativi e qualitativi, le necessità del nostro SSR.

I nostri colleghi ancora una volta si troveranno a lavorare, non per loro volontà, in altre regioni chiamati da altre graduatorie, in attesa di tornare a casa e continuando ad alimentare un circolo vizioso di precarietà e mobilità con l’unico risultato di far percepire numeri di aspiranti ai vari concorsi in giro per l’Italia come imponenti, quando in realtà non lo sono affatto. Attendiamo i risultati definitivi poi, da subito, chiediamo di lavorare in sinergia per porre rimedio a questa incertezza in tema di reclutamento ed ingaggio di professionisti infermieri nella nostra Regione. Un cordialissimo saluto.

Giovanni Grasso – presidente OPI Arezzo

Danilo Massai – presidente OPI Firenze-Pistoia

Nicola Draoli – presidente OPI Grosseto

Lorenzo Taddeucci – presidente OPI Livorno

Guadalupe Capizzano – presidente OPI Lucca

Luca Fialdini – presidente OPI Massa Carrara

Emiliano Carlotti – presidente OPI Pisa

Gabriele Panci – presidente OPI Prato

Michele Aurigi – presidente OPI Siena