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Allegato 1/S – Classe delle lauree specialistiche nelle scienze infermieristiche e ostetriche

Obiettivi formativi qualificanti dei laureati specialisti

2 aprile 2001

OBIETTIVI FORMATIVI QUALIFICANTI

I laureati specialisti nella classe possiedono una formazione culturale e professionale avanzata per intervenire con elevate competenze nei processi assistenziali, gestionali, formativi e di ricerca in uno degli ambiti pertinenti alle diverse professioni sanitarie ricomprese nella classe (infermiere, ostetrica/o, infermiere pediatrico).

I laureati specialisti che hanno acquisito le necessarie conoscenze scientifiche, i valori etici e le competenze professionali pertinenti alle professioni dell’infermiere e dell’ostetrica/o e hanno ulteriormente approfondito lo studio della disciplina e della ricerca specifica, alla fine del percorso formativo sono in grado di esprimere competenze avanzate di tipo assistenziale, educativo e preventivo in risposta ai problemi prioritari di salute della popolazione e ai problemi di qualità dei servizi. In base alle conoscenze acquisite, sono in grado di tenere conto, nella programmazione e gestione del personale dell’area sanitaria, sia delle esigenze della collettività, sia dello sviluppo di nuovi metodi di organizzazione del lavoro, sia dell’innovazione tecnologica ed informatica, anche con riferimento alle forme di teleassistenza o di teledidattica, sia della pianificazione ed organizzazione degli interventi pedagogico-formativi nonché dell’omogeneizzazione degli standard operativi a quelli della Unione Europea.

I laureati specialisti sviluppano, anche a seguito dell’esperienza maturata attraverso una adeguata attività professionale, un approccio integrato ai problemi organizzativi e gestionali delle professioni sanitarie, qualificato dalla padronanza delle tecniche e delle procedure del management sanitario, nel rispetto delle loro ed altrui competenze. Le conoscenze metodologiche acquisite consentono loro anche di intervenire nei processi formativi e di ricerca peculiari degli ambiti suddetti.

Le competenze dei laureati specialisti nella classe comprendono:

– rilevare e valutare criticamente l’evoluzione dei bisogni dell’assistenza pertinenti alla specifica figura professionale, anche nelle connotazioni legate al genere, ove richiesto;
– progettare e intervenire operativamente in ordine a problemi assistenziali e organizzativi complessi;
– programmare, gestire e valutare i servizi assistenziali nell’ottica del miglioramento della qualità (pianificazione, organizzazione, direzione, controllo);
– supervisionare l’assistenza pertinente alla specifica figura professionale e svolgere azioni di consulenza professionale;
– applicare e valutare l’impatto di differenti modelli teorici nell’operatività dell’assistenza;
– progettare, realizzare e valutare interventi formativi;
– sviluppare le capacita’ di insegnamento per la specifica figura professionale nell’ambito delle attività tutoriali e di coordinamento del tirocinio nella formazione di base, complementare e permanente;
– utilizzare i metodi e gli strumenti della ricerca, pertinenti alla figura professionale, nelle aree clinico-assistenziali, nell’organizzazione e nella formazione;
– analizzare criticamente gli aspetti etici correlati all’assistenza e a problemi multiprofessionali e multiculturali.

Le strutture didattiche devono pertanto individuare e costruire, mediante l’opportuna selezione degli ambiti disciplinari delle attività formative caratterizzanti, nonché dei correlati settori scientifico-disciplinari di carattere direttamente professionalizzante, gli specifici percorsi formativi delle professioni sanitarie ricomprese nella classe, riservando all’ambito disciplinare proprio di ciascuna professione sanitaria non meno di 50 CFU.

I laureati specialisti nella classe, in funzione dei suddetti percorsi formativi, devono aver maturato nel corso di laurea esperienze formative caratterizzanti corrispondenti al relativo profilo professionale, cosi’ come definito dai decreti del Ministero della sanità.

In particolare i laureati:

nell’ambito professionale dell’infermieristica, secondo quanto previsto dal D.M. Ministero della sanità 14 settembre 1994, n.739 e successive modificazioni ed integrazioni, devono essere in grado di assumersi responsabilità, dal punto di vista tecnico, relazionale ed educativo, dell’assistenza infermieristica generale in risposta ai problemi di salute della persona (uomini e donne, secondo le rispettive specificità ed esigenze legate al genere) e della collettività e sotto il profilo preventivo, curativo, palliativo e riabilitativo, con riferimento alla prevenzione delle malattie, all’assistenza dei malati e dei disabili di tutte le età e all’educazione sanitaria; di partecipare all’identificazione dei bisogni di salute della persona e della collettività; di identificare i bisogni di assistenza infermieristica della persona e della collettività e formulare i relativi obiettivi; di pianificare, gestire e valutare l’intervento assistenziale infermieristico; di garantire la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico-terapeutiche; di agire sia individualmente che in collaborazione con gli altri operatori sanitari e sociali, avvalendosi, ove necessario, dell’opera del personale di supporto; di svolgere la loro attività professionale in strutture sanitarie, pubbliche o private, nel territorio e nell’assistenza domiciliare, in regime di dipendenza o libero-professionale; di contribuire alla formazione del personale di supporto e concorrere direttamente all’aggiornamento relativo al loro profilo professionale e alla ricerca;

nell’ambito professionale della ostetricia, secondo quanto previsto dal D.M. 14 settembre 1994, n. 740 e successive modificazioni ed integrazioni, devono essere in grado di assistere e consigliare la donna nel periodo della gravidanza, durante il parto e nel puerperio, condurre e portare a termine parti eutocici con propria responsabilità e prestare assistenza al neonato; per quanto di loro competenza, di partecipare ad interventi di educazione sanitaria e sessuale sia nell’ambito della famiglia che nella comunità; alla preparazione psicoprofilattica al parto; alla preparazione e all’assistenza ad interventi ginecologici; alla prevenzione e all’accertamento dei tumori della sfera genitale femminile; ai programmi di assistenza materna e neonatale; di gestire, nel rispetto dell’etica professionale, come membri dell’equipe sanitaria, gli interventi assistenziali di loro competenza; di individuare situazioni potenzialmente patologiche che richiedono l’intervento medico e di praticare, ove occorra, le relative misure di particolare emergenza; di svolgere la loro attività professionale in strutture sanitarie, pubbliche o private, in regime di dipendenza o libero-professionale; di contribuire alla formazione del personale di supporto e concorrere direttamente all’aggiornamento relativo al loro profilo professionale e alla ricerca; di assumersi responsabilità, dal punto di vista tecnico, relazionale ed educativo, dell’assistenza infermieristica generale in risposta ai problemi di salute della persona (uomini e donne, secondo le rispettive specificita’ ed esigenze legate al genere) e della collettività e sotto il profilo preventivo, curativo, palliativo e riabilitativo;

nell’ambito professionale dell’infermieristica pediatrica, secondo quanto previsto dal D.M. del Ministero della sanità 17 gennaio 1997, n. 70 e successive modificazioni ed integrazioni, devono essere in grado di assumersi responsabilità dal punto di vista tecnico, relazionale, educativo dell’assistenza infermieristica pediatrica sotto il profilo preventivo, curativo, palliativo e riabilitativo; di prevenire le malattie, assistere i malati e i disabili in eta’ evolutiva e provvedere all’educazione sanitaria; di partecipare all’identificazione dei bisogni di salute fisica e psichica del neonato, del bambino, dell’adolescente, della famiglia; di identificare i bisogni di assistenza infermieristica pediatrica e formulare i relativi obiettivi; di pianificare, condurre e valutare l’intervento assistenziale, infermieristico, pediatrico; di partecipare ad interventi di educazione sanitaria sia nell’ambito della famiglia che della comunità, alla cura di individui sani in eta’ evolutiva nel quadro di programmi di promozione della salute e prevenzione delle malattie e degli incidenti, all’assistenza ambulatoriale, domiciliare e ospedaliera dei neonati, all’assistenza ambulatoriale, domiciliare e ospedaliera dei soggetti di eta’ inferiore a 18 anni, affetti da malattie acute e croniche, alla cura degli individui in eta’ adolescenziale nel quadro dei programmi di prevenzione e supporto socio-sanitario; di garantire la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico-terapeutiche; di agire sia individualmente sia in collaborazione con gli operatori sanitari e sociali, avvalendosi, ove necessario, dell’opera del personale di supporto per l’espletamento delle loro funzioni; di svolgere la loro attività professionale in strutture sanitarie, pubbliche o private, nel territorio e nell’assistenza domiciliare, in regime di dipendenza o libero-professionale; di contribuire alla formazione del personale di supporto e concorrere direttamente all’aggiornamento relativo al loro profilo professionale.

I laureati specialisti nella classe acquisiscono, nell’intero percorso formativo proprio delle singole professioni, la capacità di:

– analizzare i problemi di salute di una comunità e le risposte dei servizi sanitari e socio-assistenziali ai principali bisogni dei cittadini;
– apprendere le conoscenze necessarie per la comprensione dei fenomeni biologici, dei principali meccanismi di funzionamento degli organi ed apparati, le conoscenze sull’ereditarietà e sui fenomeni fisiologici, anche in correlazione con le dimensioni psicologiche, sociali ed ambientali della malattia;
– comprendere i fondamenti della fisiopatologia applicabili alle diverse situazioni cliniche, anche in relazione a parametri diagnostici;
– identificare i bisogni di assistenza della persona e della collettività e formulare i relativi obiettivi;
– apprendere i principi culturali e professionali di base, che orientano il processo, la concettosità, il pensiero diagnostico, l’agire nei confronti della persona assistita e della collettività, iniziando ad applicare questi principi in esperienze presso strutture sanitarie e assistenziali accreditate;
– identificare bisogni fisici, psicologici e sociali e diagnosticare le necessita’ di aiuto delle persone di diverse eta’, cultura e stato di salute nei vari ambiti sociali, integrando le conoscenze teoriche con quelle pratiche, e rispondere ad esse;
– valutare le manifestazioni cliniche connesse al decorso delle principali malattie, al trattamento, alle abitudini di vita, alle reazioni alla malattia, all’ospedalizzazione, agli interventi assistenziali;
pianificare, fornire e valutare l’assistenza rivolta a persone sane e malate, sia in ospedale che nella comunità, promuovendo stili di vita positivi per la salute e adottando sistemi di assistenza orientati all’autogestione e all’autocura;
– realizzare interventi assistenziali pianificati e garantire l’applicazione delle prescrizioni diagnostico-terapeutiche, nel rispetto dei principi scientifici adattandole alla persona assistita, in relazione ai diversi problemi prioritari di salute e nei diversi settori operativi;
– monitorare, prevenire e affrontare situazioni critiche relative all’aggravamento clinico e/o psicologico della persona assistita, attivando tempestivamente anche altri professionisti;
– dimostrare capacita’ di stabilire e mantenere relazioni di aiuto con la persona assistita, con la sua famiglia, applicando le conoscenze fondamentali delle dinamiche relazionali;
– prendere decisioni assistenziali in coerenza con le dimensioni legali, etiche e deontologiche che regolano l’organizzazione sanitaria e la responsabilità professionale;
– identificare i bisogni di assistenza che richiedono competenze preventive, assistenziali, riabilitative e palliative in settori specialistici in eta’ pediatrica, adulta e geriatrica;
– riconoscere le principali reazioni della persona alla malattia, alla sofferenza e all’ospedalizzazione rispettando le differenze comportamentali legate alla cultura di appartenenza;
– contribuire ad organizzare l’assistenza, nell’ambito della specifica professione, attraverso la definizione di priorità, l’utilizzo appropriato delle risorse a disposizione, delegando ai collaboratori le attività di competenza, assicurando continuità e qualità assistenziale;
– applicare i risultati di ricerche pertinenti per migliorare la qualità dell’assistenza;
– utilizzare strumenti e metodologie di valutazione e revisione della qualità dell’assistenza;
– dimostrare capacità didattiche orientate alla formazione del personale di supporto e al tutorato degli studenti in tirocinio;
– riconoscere e rispettare il ruolo e le competenze proprie e degli altri operatori dell’equipe assistenziale, stabilendo relazioni collaborative;
– interagire e collaborare attivamente con equipe interprofessionali al fine di programmare e gestire interventi assistenziali multidimensionali in eta’ pediatrica, adulta e geriatrica;
– acquisire il metodo per lo studio indipendente e la formazione permanente;
– effettuare una ricerca bibliografica;
– effettuare criticamente la lettura di articoli scientifici;
raggiungere un elevato livello di conoscenza sia scritta che parlata di almeno una lingua della Unione Europea;
– acquisire competenze informatiche utili alla gestione dei sistemi informativi dei servizi, ma anche alla propria autoformazione.

Al termine del corso di studi, i laureati specialisti nella classe, nell’ambito della specifica figura professionale, sono in grado di:

– comprendere, attraverso i metodi epidemiologici, i bisogni sanitari della comunità e i fattori socio-culturali che li influenzano ai fini della programmazione dei servizi;
– costruire, sulla base dell’analisi dei problemi di salute e dell’offerta dei servizi, un sistema di standard assistenziali e di competenza professionale;
– applicare i fondamenti metodologici della ricerca scientifica all’assistenza, all’organizzazione dei servizi pertinenti e alla ricerca;
– approfondire e sviluppare l’analisi storico-filosofica del pensiero assistenziale;
– approfondire i fondamenti teorici disciplinari al fine di analizzarli criticamente, produrre modelli interpretativi, orientare la ricerca e l’assistenza pertinente;
– approfondire il processo decisionale per una soluzione efficace di problemi assistenziali e organizzativi;
– analizzare i principali approcci metodologici relativi ai sistemi di classificazione dei fenomeni di interesse pertinenti;
approfondire e rielaborare i principi e le tecniche della relazione di aiuto e della conduzione dei gruppi;
– approfondire le conoscenze delle influenze socio-culturali e biopsichiche sul comportamento umano come base per una migliore comprensione di se’ e degli altri;
– progettare e rendere operativi modelli assistenziali innovativi basati su risultati di ricerca per la prevenzione e gestione dei problemi prioritari di salute della comunità;
– supervisionare l’assistenza pertinente e fornire consulenza professionale, utilizzando informazioni di comprovata evidenza scientifica, un approccio globale e personalizzato alle diverse esigenze degli utenti, applicando i modelli teorici e promuovendo il confronto multiprofessionale;
– progettare ed attuare modelli di organizzazione dei servizi infermieristici o ostetrici nell’ambito dei servizi sanitari;
– progettare e coordinare interventi organizzativi e gestionali diversificati, finalizzati allo sviluppo di una efficace ed efficiente azione professionale;
negoziare, selezionare, assegnare le risorse del personale tecnico in relazione agli standard di competenza professionale e a carichi di lavoro delle specifiche aree assistenziali;
– valutare le competenze del personale per accrescerne le potenzialità’ professionali;
– contribuire alla definizione di un piano sistematico di miglioramento continuo della qualità e definire standard e indicatori condivisi per la valutazione dell’assistenza pertinente;
– progettare percorsi formativi di base, specializzanti e di formazione continua pertinenti ai bisogni dei destinatari e correlati ai problemi di salute e dei servizi;
– sviluppare l’insegnamento disciplinare infermieristico o infermieristico pediatrico ostetrico;
– sviluppare l’analisi storico filosofica del pensiero assistenziale infermieristico o infermieristico pediatrico o ostetrico;
– applicare le cognizioni fondamentali dei valori etico deontologici del rapporto tra la persona, la malattia, le istituzioni sanitarie e gli operatori al fine di sviluppare le capacita’ di giudizio etico e di assunzione delle responsabilità;
– sperimentare strategie e interventi orientati alla complessità relazionale dell’assistenza pertinente alla specifica figura professionale e ai processi di educazione alla salute;
– gestire gruppi di lavoro e strategie per favorire processi di integrazione multiprofessionali ed organizzativi;
– approfondire i modelli di apprendimento dall’esperienza per condurre processi di formazione professionalizzante;
– approfondire l’applicazione di modelli e strumenti di valutazione dei processi di apprendimento, dell’efficacia didattica e dell’impatto della formazione sui servizi;
– applicare, in relazione allo specifico contesto operativo, metodologie didattiche formali e tutoriali;
– progettare e realizzare, in collaborazione con altri professionisti, interventi educativi e di sostegno del singolo e della comunità per l’autogestione e il controllo dei fattori di rischio e dei problemi di salute;
identificare specifici problemi e aree di ricerca in ambito clinico, organizzativo e formativo;
– verificare l’applicazione dei risultati di ricerca in funzione del continuo miglioramento di qualità dell’assistenza;
– sviluppare la ricerca e l’insegnamento riguardo a specifici ambiti della disciplina pertinente alla specifica figura professionale e dell’assistenza;
analizzare l’evoluzione e i cambiamenti dei sistemi sanitari;
– approfondire le strategie di gestione del personale e i sistemi di valutazione dei carichi di lavoro;
– approfondire i sistemi di valutazione e di accreditamento professionale.

I regolamenti didattici di ateneo determinano, con riferimento all’articolo 5, comma 3, del decreto ministeriale 3 novembre 1999, n. 509, la frazione dell’impegno orario complessivo riservato allo studio o alle altre attività formative di tipo individuale in funzione degli obiettivi specifici della formazione avanzata e dello svolgimento di attività formative ad elevato contenuto sperimentale o pratico, nel rispetto delle apposite direttive dell’Unione Europea.